È la dose a fare il veleno by Gerald A. LeBlanc

È la dose a fare il veleno by Gerald A. LeBlanc

autore:Gerald A. LeBlanc [LeBlanc, Gerald A.]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Apogeo
pubblicato: 2024-02-12T23:00:00+00:00


Antibiotico (gentamicina) e ipoacusia neonatale

Erano stati diciassette anni difficili: crescere un bambino sordo comporta enormi oneri finanziari, lavorativi ed emotivi ma, grazie agli sforzi instancabili dei suoi genitori, William aveva le risorse necessarie per prosperare in un mondo di udenti. Stava per diplomarsi con lode e avrebbe frequentato la Duke University con una borsa di studio a copertura totale dei costi.

La diagnosi di sordità di William fu formulata al Massachusetts General Hospital, quando il piccolo aveva quindici mesi, per mezzo di un test chiamato “esame dei potenziali evocati acustici del tronco encefalico”, che misura l’attività delle onde cerebrali dell’individuo in risposta a suoni diversi. Dopo aver appreso della sordità di William, i suoi genitori, Elise e Jared, si iscrissero immediatamente ai corsi di Signed Exact English, una propaggine della lingua dei segni americana che utilizza la sintassi della lingua inglese, in modo che un individuo possa formulare gesti e parlare allo stesso tempo (la lingua dei segni americana, invece, sacrifica la sintassi per massimizzare la velocità dei segni). Si erano anche procurati apparecchi acustici per amplificare quel poco di udito residuo che aveva William. Elise e Jared speravano che queste misure avrebbero dato al figlio le risorse necessarie per prosperare in un mondo di udenti.

A diciassette anni, William era divenuto un comunicatore fluente sia nel mondo degli udenti sia in quello dei sordi; tuttavia, aveva bisogno di un interprete in classe e in altri ambienti in cui era necessaria la piena comprensione di chi parlava. Gli impianti cocleari erano già disponibili quando William era piccolo, ma la tecnologia era nelle sue fasi iniziali, la qualità del suono non era molto buona e il bambino avrebbe rischiato di perdere l’udito residuo. Elise e Jared avevano preferito rinviare l’impianto fino a quando William non fosse stato abbastanza grande da contribuire alla decisione. Quando fu in procinto di entrare al college, il giovane decise di sottoporsi alla procedura: l’impianto ebbe successo e William imparò rapidamente ad assimilare la lingua parlata a un livello mai prima disponibile per lui.

Poco tempo dopo la partenza del figlio per il college, Elise e Jared iniziarono a riflettere sull’inevitabile domanda: “Perché William è nato sordo?”. Jared conosceva Elise abbastanza bene da sapere che non stava parlando teologicamente o metafisicamente, ma stava cercando una spiegazione logica. Questa domanda mise Jared a disagio, poiché sia lui che suo padre erano nati con un’ipoacusia. “L’udito non è un punto di forza della mia famiglia”, rispose Jared. “Forse è stata la genetica”.

“Non me la bevo”, ribatté Elise. “Nessun altro in famiglia è sordo”.

“La nascita di William è stata memorabilmente complicata. Forse la sordità è stata una conseguenza di quel parto difficile”, suggerì Jared.

***

Già, un parto davvero difficile. Elise fu colpita dal diabete gestazionale mentre portava in grembo William e i suoi livelli elevati di glucosio agivano come un fertilizzante su una piantina, tanto che William cresceva rapidamente entro i confini dell’utero materno. Elise entrò in travaglio poco dopo il termine e vi restò per ventiquattro ore d’agonia, fin quando il medico non



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